Ricorsi medicina 2014/2015. Sentenze di accoglimento.
04 giugno 2015
Si consolida l'orientamento favorevole del T.A.R. del Lazio in relazione ai ricorsi per il mancato accesso ai corsi di laurea in medicina e odontoiatria, anno accademico 2014/2015, riguardo la questione della violazione dell’anonimato.
Sono state pubblicate in questi giorni, infatti, diverse sentenze di accoglimento, cosicché i ragazzi che avevano promosso ricorso e che già erano entrati al corso di laurea in virtù dei provvedimenti cautelari dell’ottobre scorso, potranno vedere divenire a titolo definitivo la propria iscrizione.
La Sezione III Bis del T.A.R. del Lazio, in particolare, definitivamente pronunciando sui ricorsi, li ha accolti e per l’effetto ha annullato, in parte qua, le graduatorie impugnate, ai fini dell’ammissione in soprannumero dei ricorrenti al corso di laurea in questione.
Ciò in quanto – ha stabilito il T.A.R. del Lazio – con riferimento alle concrete modalità di svolgimento delle prove di ammissione per l’ammissione al corso di laurea a Medicina e Chirurgia per l’anno accademico 2014/2015, è stata rilevata l’effettiva sussistenza dei presupposti tali da integrare, in concreto, la violazione del principio dell’anonimato, già vagliata da numerosi precedenti giurisprudenziali (note pronunzie dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato del 20 novembre 2013, nn. 26, 27 e 28; nonché recente decisione n. 15/2005 del 5.1.2015 del Consiglio di Stato, Sez. VI), ponendo in evidenza che nella delicata fase della correzione della prova da parte del consorzio Cineca, il codice apposto sulla scheda dei test, in quanto corrispondente a quello stampigliato sulla scheda anagrafica dei candidati, ben avrebbe potuto consentire l’associazione dell’elaborato al nominativo di ciascun candidato; il che è sufficiente a ritenere violato il principio di imparzialità e trasparenza nello svolgimento delle prove selettive ad evidenza pubblica, la cui osservanza va osservata in astratto, senza cioè prova concreta della sua violazione, come ripetutamente affermato dalla giurisprudenza del Consiglio di Stato.
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